Mononoke come prima cosa bene che tu abbia portato la questione decrescita sul piano pratico, perchè si consigliano e segnalano libri, scritti, siti, conferenze, insomma tanta teoria ma poi come hai scritto tu... in pratica?
Perchè la decrescita questo dovrebbe essere, la pratica di una vita condotta fuori dal flusso consumistico, dall'ottica del "possedere", dall'assecondare i "falsi bisogni" creati dalla società, dalla visione della crescita economica infinita, dell'aumento del PIL etc. ( Non voglio entrare in discorsi troppo teorici, troppo lontani da me, sia per conoscenze che per come sono come persona, per i principi economici e dintorni ci sono i teorici da Latouche ad altri ). In parole più vicine a me, la pratica di una vita più semplice, più modesta, per questo più dignitosa, più rispettosa di sè, degli altri esseri (umani e non), dell'ambiente, più minimalista, da qui riduzione dei "bisogni", dei consumi e delle spese, e minor circolazione di denaro anche con baratto e autoproduzione, avendo come fine ultimo l' autosussistenza nell'atto pratico e l'indipendenza, se vogliamo possiamo chiamarla pure libertà. Libertà anche mentale e spirituale. In tutto questo diventa una grande crescita.
Insomma l'ideale di vita no? Eppure brutta cosa la realtà, che ti fa capire ben presto che da bravi aspiranti decrescisti ci ritroviamo pur sempre a vivere all'interno di una società che non lo è per niente, è lontana anni luce dall'idee e dai principi che vorremmo realizzare nel concreto, e si risponde spesso rifugiandosi nel proprio piccolo grande mondo di casa. E poi ecco che la decrescita diventa paradossalmente "cosa da consumatori, da ricchi consumatori", dai costi per gli strumenti-attrezzi vari per l'autoproduzione ( macchine per i latti, macchine per il pane, eventuali mulinetti per le farine, etc ), ai costi per appezzamenti di terra per poter gestire un proprio orto, ai costi per comprare o rendere delle case più eco-friendly ( materiali ecologici, impianti di pannelli fotovoltaici, impianti per l'acqua,etc), ai costi dei trasporti pubblici e non ultimi i costi per i prodotti biologici, fair-trade...
Insomma si tenta di scappare del vile denaro ma ci si ritrova sempre lì.
Scusate la negatività di questa parentesi, oltre alla lunghezza e all'aspetto sproloquiante, ma sono aspetti che mi ritrovo ad affrontare di continuo, con amarezza.
In ogni caso, ciò non sarà mai da scusante per non fare nulla, si tenta di fare il possibile nelle condizioni in cui ci si trova.
Credo che sia fondamentale: l'accettazione della realtà, quindi la moderazione, la capacità di fare delle rinunce, la riduzione delle spese ( nel nostro caso le spese sono rappresentate quasi tutte da cibo bio ), la riduzione degli sprechi e dei rifiuti ( riutilizzando ad es i barattoli di vetro, i contenitori, i sacchetti di carta, gli scatoloni), il praticare di più lo scambio-baratto ( ad esempio anche tra gli utenti del forum), anche del tempo, avere un orto significa molto secondo me, o condividerlo, utilizzare ove possibile piedi o bicicletta.
Piccoli spunti :
lavaggio piatti: utilizzo di limone e bicarbonato, riutilizzo dell'acqua di cottura di pasta, riso o altri cereali, avendo cura di lavarli il prima possibile e avendo pulito piatti e pentole con tavaglioli di carta usati.
bucato: stendendo il bucato appena terminato il lavaggio in lavatrice e disponendo le varie cose con cura riduce la necessità di stirare ( che io ho ridotto di molto).
Valentina Jennifer
"Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino" Paulo Coelho